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di Martin Rejtman
(Argentina, 1992)
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Rapado significa rasato. Gli rubano il motorino, e lui cerca - inutilmente - di render pan per focaccia. Quando ci riesce, ascolta una cassetta rock che ritrova nel bauletto del derubato: e gli si rafforzano i dubbi. Nel frattempo si è rasato: come per ricominciare una nuova vita, fatta di rivincite se non proprio di vendette. Ma alla fine si rassegna a prendere il metaforico bus. Al suo primo lungometraggio, il giovane argentino da prova di ritegno. Fin troppo: con il rischio di sconfinare dalla linearità, dal senso bressoniano dello sguardo epurato, ad un languore, a quello che finisce per apparire un vuoto espressivo. Lo sguardo documentaristico (la banlieu di Buenos Aires, la famiglia distratta e futile, i flipper e le strade di notte) non trascende; ed il rigore formale non basta a fornire il presupposto di significati secondi.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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